ipnosi regressiva
L’IPNOSI REGRESSIVA…è una tecnica ritenuta sperimentale che si pensa possa portare il paziente a rivivere episodi di ipotetiche vite precedenti che si ritiene siano collegate problematiche attuali (ad es.: ansia, panico, ecc…).
In realtà questa tecnica si basa su due tecniche Ericksoniane molto utilizzate in ipnoterapia: l’affetto ponte e la regressione d’età.
Vediamo in dettaglio come funzionano tutte queste tecniche.
AFFETTO PONTE,REGRESSIONE D’ETA’ E IPNOSI REGRESSIVA
A a quanti di voi è capitato di dire: “se mi trovassi adesso in quella situazione direi/farei…”.
Ciò accade perché nella vita si cambia e quindi le risorse che si hanno da adulti sono diverse da quelle che si hanno da bambini o da adolescenti.
La regressione ipnotica permette di aggiornare situazioni passate che condizionano la nostra vita anche quando non ce ne rendiamo conto. Tutto questo è possibile attraverso le due tecniche citate prima.
L’affetto ponte permette, durante l’ipnosi, di collegare emozioni e sensazioni presenti nella vita attuale del paziente a momenti della vita passata in cui ha provato le medesime sensazioni.
A quel punto si effettua una regressione ovvero si riporta ipnoticamente il paziente al momento di quell’evento, definito processo critico, e si genera un cambiamento sulla base delle risorse presenti in questo momento.
Questa procedura permette di modificare sintomi o atteggiamenti nella vita presente del paziente.
Per capire meglio come funziona facciamo un esempio:
Ammettiamo di avere un paziente che prova ansia al mattino appena sveglio. Si chiederà al paziente in stato ipnotico di recuperare un pochino quella sensazione.
A quel punto attraverso la regressione di età si effettuerà una ricerca inconscia di modo da individuare l’episodio critico e “aggiornarlo” sulla base di nuove risorse.
La teoria su cui si basa l’ipnosi regressiva ipotizza di poter arrivare, attraverso la regressione d’età, a vite precedenti della persona.
Come si può facilmente intuire questo apre un dibattito non solo scientifico ma anche e soprattutto teologico,
legato alla religione induista ed al karma, che non ha senso approfondire in questa sede.
Vediamo piuttosto quali sono le basi teoriche e neuroscientifiche della regressione ipnotica.
Come funziona la memoria implicita?
Tutti noi sappiamo legarci le scarpe.
Quando ci leghiamo la scarpe non pensiamo a nulla di particolare ma le neuroscienze ci dicono che, in realtà,
all’interno del nostro cervello accadono diverse cose. Ad esempio si attivano aree di memoria cosiddetta implicita.
Queste strutture si definiscono implicite proprio perché recuperano un ricordo che non arriva direttamente alla coscienza quindi noi non sappiamo che c’è.
Nell’esempio delle scarpe si ritiene che il cervello recuperi il ricordo della prima volta in cui ci siamo legati le scarpe ed attivi la procedura per ripetere i movimenti.
Con gli stati ansiosi, giusto per fare un esempio, si ritiene che accada la stessa cosa.
È come se tanti ricordi che normalmente non colleghiamo all’ansia, in realtà facciano da “impalcatura” al sintomo, per questo motivo aggiornare questi ricordi è importante per neutralizzare l’ansia.
Secondo l’ipnosi regressiva i ricordi di vite precedenti svolgerebbero la stessa funzione.
Ma a questo punto si pone un altro problema scientifico:
questi ricordi sono effettivamente reali o sono immagini simili ai sogni in che la mente del paziente usa per rappresentare situazioni o ricordi reali?
Ovvimente ad oggi questa domanda non ha una risposta ma…
Ipnosi regressiva e ipnosi Ericksoniana
…nella psicoterapia Ericksoniana funziona l’approccio di utilizzazione cioè l’idea che tutto quello che viene dal paziente, sintomi compresi, possono essere utilizzati come una risorsa.
Per questo motivo spesso non ci chiediamo se i ricordi del paziente siano effettivamente reali oppure no, li trattiamo esattamente come se lo fossero perché l’ipnosi Ericksoniana si basa su modelli e tecniche scientificamente validati, come il ponte affettivo e la regressione d’età, il cui scopo è il benessere del paziente.
Nessuno di noi può confermare o smentire l’esistenza del karma in quanto, come detto prima, si tratta di aspetti religiosi in cui una persona può credere o meno.
L’importante è riuscire ad utilizzare al meglio queste credenze come una risorsa
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